Impianti castrali
Negli anni 1980-1981, l’area castrale di Aruch venne interessata da investigazioni archeologiche che evidenziarono la presenza di almeno due impianti.
Aruch – Particolare delle mura del castellum, Sadoyan B.L., Rapporto della campagna di scavo ad Aruch, 1980-1981
Aruch – Particolare della tomba rinvenuta nell’area del castellum, Sadoyan B.L., Rapporto della campagna di scavo ad Aruch, 1980-1981
Il Castellum
La struttura più antica, che si sviluppa secondo le linee di un quadrilatero regolare rafforzato da 15-20 torri (100×120 metri), dal punto di vista tipologico presenta le caratteristiche di un castellum di matrice romano-bizantina, come Da’ajaniya e altri impianti edificati lungo la Strata Diocletiana, a difesa del Limes arabicus. Si tratta di strutture edificate, come ad Aruch, in prossimità o a controllo di un asse viario. Similitudini tecniche sono state riscontrate anche con la cinta difensiva di Garni o con la cinta muraria della fortezza di Mahasberd. Controversa la datazione di questa fabbrica per la quale si è proposta una possibile cronologia già all’epoca Arshakide (II-IV secolo d.C.). La costruzione di una fortezza ad Aruch è confermata con certezza dalle fonti nella seconda metà del VII secolo d.C. ad opera del principe Grigor Mamikonian che commissionò anche la basilica di San Grigor.
Un più circoscritto fortilizio, venne realizzato in un’epoca successiva all’interno del castellum nel settore nord-ovest, ovvero nel punto più elevato. Si tratta di un impianto a forma di quadrilatero (35,00×35,00 m.) che presenta più fasi. Sul fronte settentrionale il circuito presenta due torri a forma di ferro di cavallo aggettanti verso l’esterno. Il lato orientale è occupato da un singolare ambiente con una forma sostanzialmente rettangolare salvo sul lato settentrionale dove l’andamento rettilineo si conclude con una parte semicircolare formante una sorta di abside. La porta di accesso all’intero impianto si trova anch’essa sul fronte orientale. Alcune fotografie documentano le caratteristiche dell’archivolto della porta realizzato in grosse pietre squadrate e collassato definitivamente agli inizi dello scorso decennio. La struttura difensiva della porta venne ulteriormente rinforzata in una fase successiva, con la realizzazione di un bastione anch’esso pieno, a forma semicilindrica. Questo bastione è appoggiato sul lato orientale di questa sorta di antemurale costituito dall’ampio ambiente del fronte orientale già descritto. L’insieme del fronte orientale dell’impianto, si conclude a poca distanza dal portone d’ingresso con una torre cilindrica piena che difende l’angolo sud-est. Una analoga torre cilindrica si trova disposta in parallelo sul lato opposto chiudendo l’angolo sud-ovest dell’impianto.
Pianta area cultuale, Dangles, P. (2020) Le complexe monumental d’Aruč. À l’est d’Ani.
Forteresses et églises inédites du nord de l’Arménie, eds. I. Augé, Ani T. Baladian, P. Dangles. Paris.
Complessa al momento la datazione di questo secondo impianto. Sulla base di modelli comparativi si è proposto di individuare almeno una fase di uso del fortilizio intorno alla fine del XII secolo. Analogie architettoniche sono infatti state riscontrate nel piccolo forte di Dašhtadem distante pochi chilometri, la cui costruzione è attribuita da una epigrafe dedicatoria all’ultimo emiro Shaddadida/շեդդադյանները di Ani, dinastia islamica di origine curda che governò la regione nel periodo 1072-1174. Si tratta di affinità tra impianti che partendo da una pianta quadrangolare vengono poi integrati con altre strutture, bastioni e torri circolari. Analogie sono state avanzate anche con le tipologie di torri circolari della piccola fortezza di Mahasberd, situata ad una quarantina di km a nord-ovest di Aruch. Ulteriori fasi di utilizzo sono probabilmente da porsi in relazione ad eventi bellici che caratterizzarono le guerre Ottomano-Persiane dei secoli XVI-XIX.