Si è conclusa la terza campagna di scavo condotta nei mesi di maggio-giugno 20024 ad Aruch, capitale del Regno d’Armenia nella seconda metà del VII secolo d.C.

in collaborazione con l’Institute of Archaeology and Etnography of the National Academy of Sciences of the Republic of Armenia e l’ISMEO, nell’ambito del progetto “Archaeological Mission of Aruch and the “Incastellamento” of the Silk Road”.

Gli scavi, che quest’anno si sono concentrati negli impianti castrali, hanno ancora una volta posto interrogativi e sottolineato l’importanza strategico-militare, nonché commerciale, di Aruch nella storia dell’Armenia medievale e post-medievale. Uno degli obiettivi principali della missione è, appunto, quello di comprendere maggiormente il ruolo di Aruch nella geopolitica di un’area particolarmente strategica di cerniera fra gli imperi romano-bizantino, partico-sasanide, turco-selgiuchide e mongolo, e nel rapporto con le altre due capitali tardo-antica e medievale del paese: Dvin e Ani. A tal proposito, Ani, oggi nel territorio della Turchia, è stata oggetto di una breve ricognizione effettuata dalla striscia di sicurezza frontaliera armena sotto controllo russo. Un ringraziamento sentito ad Astghik Babajanyan e tutto il team di ricerca, alla calorosa famiglia di Saro Harutyunyan e Anna Saroyan che ha pazientemente supportato e sopportato la numerosa compagnia (quest’anno rinforzata col gruppo di Roberto Dan che ha lavorato al sito di Shamiram),  la cordiale popolazione di Aruch che ci ha manifestato quotidianamente sostegno e affetto e alle Autorità culturali armene che seguono con crescente attenzione questo progetto.

Last but not least, un sentito ringraziamento all’Ambasciata  d’Italia  in  Jerevan, all’Ambasciatore  Alfonso di Riso [ L’Ambasciatore Di Riso ha visitato lo scavo archeologico di Aruch – Ambasciata d’Italia Jerevan (esteri.it) ] dall’inizio  attento e partecipe alle attività della  Silk Road Archaeological Mission.