Incastellamento e architettura militare
La regione caucasica presenta importanti testimonianze di un incastellamento risalente almeno all’epoca urartea, (XI-VI secolo a.C. circa) che difendeva località e grandi centri abitati attraverso un capillare sistema di fortificazioni coronate da una cittadella.
Per la scelta dei siti da fortificare uno schema ricorrente prediligeva luoghi di difficile accesso situati su alte rupi o colli che dominavano il territorio circostante e la viabilità ad essa connessa. Spesso venivano scelte le sporgenze di crinali rocciosi che dominavano corsi d’acqua o comunque località situate presso sorgenti in modo da garantire l’approvvigionamento idrico. In epoca tardo-antica e medievale, pur permanendo in materia di fortificazione ed incastellamento caratteri generali già presenti nell’area nell’antichità l’architettura castrale non sembra indifferente alle influenze dei potenti vicini.
Particolarmente interessanti gli aspetti connessi all’incastellamento di questa regione situata in posizione di cerniera tra Oriente e Occidente, costantemente contesa ad occidente dagli imperi confinanti Romano-Bizantino o Ottomano e sul fronte orientale da quelli Persiano, Partico, Sasanide, Arabo e Safavide. Rispetto all’architettura religiosa che negli scorsi decenni ha catalizzato l’interesse della ricerca, lo studio dei sistemi di incastellamento e dell’architettura militare è ancora molto incompleto. In tale settore alcuni pregevoli lavori hanno interessato soprattutto l’area della Cilicia, destinataria, a partire dalle invasioni turco-selgiuchidi della seconda metà dell’XI secolo e fino al 1375, di importanti principati armeni e del Regno Armeno di Cilicia o della Piccola Armenia (1198-1375).
Nei secoli VII-IX d.C., si assiste ad una proliferazione di fortezze realizzate dai nobili armeni in luoghi alti e facilmente difendibili. Analogamente, nei secoli IX-XI d.C. si registra la costruzione di un importante numero di fortezze realizzate a difesa dei principali assi viari e alla periferia delle città che presentano interessanti similitudini con le coeve fortificazioni bizantine. Fortificazioni vennero erette lungo la valle dell’Arax, come Amberd, Bejni, Ani, Tignis, Kars, Migasbert, Sembataherd, etc…; poco più a nord come Lori, Tawus, Axhtala, Kakawakar, etc…, e ancora nell’area del lago di Van, come Hozap, Malazgirt, Van, Kale Ager, etc… L’importanza commerciale che l’area assume soprattutto a partire dal IX-X secolo d.C. è ben rappresentata dal geografo arabo Ibn al-Faqih quando riferisce che solamente nella valle dell’Arax sorgevano un migliaio di insediamenti tra città e villaggi.
Lo sviluppo di questi centri urbani implicava ovviamente il riposizionamento o il rafforzamento dei sistemi difensivi circostanti che dovevano formare una sorta di reticolo protettivo, in particolare, intorno ad Ani, assurta a centro gravitazionale della regione soprattutto a seguito delle invasioni bizantina e turco-Selgiuchide che interessarono la regione a partire dall’XI secolo e che imposero la necessità di costruire nuovi impianti castrali non solamente nei grandi centri ma anche in quelli minori situati in particolare lungo le vie commerciali. In una sorta di sistema di difesa lineare a distanza, alla difesa di Ani, già possentemente difesa da un articolato sistema fortificato urbico, contribuivano diverse piazzeforti tra cui: ad ovest Kars, Kapuit, Kecror; a nord, Tignis; a nord-est Loriberd; a sud, Malasberd e Alckaberd e, a est, Aruch, Amberd, Dvin, Surmari, Erevan, Garni e Bjni.
Rete stradale e sistema difensivo dell’Armenia nei secoli X-XIV
Herman Vahramian